Dopo l’incidente a Mestre il dubbio è sempre più evidente e ci si chiede quanto è alto il rischio del motore elettrico.
Quanto è successo ha dato molto da pensare, martedì sera un pullman ha sfondato il guardrail di un cavalcavia a Mestre ed è precipitato sulla ferrovia posta sotto. La tragedia ha riscosso 21 morti e 15 feriti ma il bilancio è ancora parziale. La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per cercare di capire le cause dell’incidente, anche se già sono state formulate alcune ipotesi. Il sospetto è che sia stato proprio il mezzo ad avere un mal funzionamento, trattandosi proprio di un bus elettrico Ncc nuovo di zecca. Il mezzo è stato noleggiato dal campeggio “Hu Venezia” di Margherita per i suoi ospiti.
Dopo la caduta è divampato un incendio violento. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini è stato richiamato per quanto successo. Ha dichiarato che è ancora presto per fare delle ipotesi ma “in un momento in cui qualcuno dice: “‘Tutto elettrico, solo elettrico’, ovviamente uno spunto di riflessione deve portarlo”. Queste parole hanno trasmesso preoccupazione. Il ministro ha raccontato di aver sentito dei vigili del fuoco sostenere che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente.
Quanto è alto il rischio del motore elettrico
Il comandante dei vigili del fuoco, Mauro Longo, al LocalTeam ha parlato delle batterie dell’autobus dicendo che hanno preso fuoco con l’impatto anche se è ancora da dimostrare se effettivamente le cose siano collegate. Comunque è possibile fare delle considerazioni in merito a livello generale su ciò che sappiamo di certo.
Guardando la situazione da un punto di vista equilibrato sull’argomento possiamo affermare che l’utilizzo delle batterie è molto recente, troppo recente. Ecco perché le statistiche non possono ancora considerarsi al cento per cento attendibili. Le batterie agli ioni di litio sono state al centro di diversi casi di incendio in Australia, perché immagazzinano una grande quantità di energia. Queste auto hanno preso fuoco proprio al EV FireSafe, una società privata finanziata dal Dipartimento della Difesa australiano. Il centro di ricerca conduce studi sugli incendi delle batterie nei mezzi elettrici di tutto il mondo.
L’ultimo report che hanno pubblicato ha dichiarato che tra il 2020 e il 2023 sono stati accertati a livello mondiale 394 incendi di vettori elettrici e 74 sono in fase di indagini. I dati dell’International Energy Agency sono chiari, più di 10 milioni di auto elettriche sono state vendute in tutto il mondo nel 2022. Si prevede che le vendite cresceranno nel 2023 di un altro 35%, raggiungendo circa 14 milioni.
Nonostante tutto la EV FireSAFE ha affermato, che gli incendi di questi motori sono molto rari ma, nel momento che avvengono, possono risultare molto pericolosi anche per i soccorritori. La società ha fatto presente che nel 95% dei casi quando si verificano degli incidenti solo nel 5% si formulano nuvole di vapore o esplosioni. Nel 31% dei casi analizzati, le auto che hanno preso fuoco erano parcheggiate all’esterno, nel 25% in spazi chiusi, nel 29% stavano marciando all’aperto. Nel 18% dei casi l’incendio si è verificato mentre il mezzo era collegato a un sistema di ricarica. Possiamo concretamente dire che i veicoli che hanno un rischio pari allo 0,1% di incendio, e dunque di oltre 80 volte superiore a quello riscontrato per i veicoli elettrici, sono quelli a benzina e diesel.
I report incendi e statistiche
L’Agenzia svedese per le emergenze civili ha stilato un rapporto che ha rilevato come nel 2022 si siano verificati complessivamente 106 incendi in vari mezzi di trasporto elettrici alimentati – completamente o parzialmente – da energia elettrica. La maggior parte degli incendi si è verificata però in scooter, seguiti da autovetture e biciclette elettriche. Complessivamente in circolazione ancora sono meno le auto elettriche, in ogni caso sembra che in media negli ultimi 3 anni i casi di incedi siano stati solo 20 all’anno in confronto con le classiche vetture a benzina e diesel che sono stati registrati circa 3.400 automobili. Il rapporto è tra le 611.000 autovetture in circolazione elettriche contro le 4,4 milioni a combustibile fossile.
Come avviene la combustione nell’elettrico
La Dea ha spiegato che le auto elettriche impiegano batterie che immagazzinano grandi quantità di energia in spazi molto piccoli. Nel momento in cui queste batterie si danneggiano potrebbe innescarsi un cortocircuito provocando una reazione a catena. Questa viene chiamata “fuga termica”. Indicenti di questo genere avvengono anche in un semplice smartphone.
Ci sono diverse cause che possono provocare questo effetto, ad esempio un urto, un difetto di fabbricazione, surriscaldamento o problemi riscontrati durante una riparazione. In questi casi lo spegnimento dell’incendio diverrebbe più difficoltoso. Le fiamme arrivano a temperature elevante e durano per molto tempo. Ecco perché a Mestre i vigili del fuoco hanno faticato a spegnerle.
Questi tipi di incendi possono emettere gas e sostanze chimiche altamente tossiche e per molte ore. Per gestire questi situazioni sono necessarie squadre antincendio specializzate.